“Sono sull’orlo del sovraccarico”:
Il primo dicembre sono andata alla cena aziendale con le mie colleghe, con loro mi trovo davvero molto bene. Siamo andate in un locale che non ero mai stata, sapevo che ci sarebbe stata la musica perchè avevo sentito che ne parlavano, sono stata indecisa per giorni se andarci e lanciarmi in questa sfida oppure no, sapevo che per me sarebbe stato moltooo difficile tollerare tanti rumori, musica alta, luci e movimenti ma sapevo che qualsiasi cosa sarebbe successa ci sarebbero state loro con me e io mi sento al sicuro con loro quindi ci sono voluta andare lo stesso.
La musica è stata alta (volume discoteca) tutta la serata, e potete immaginare quanto io possa essere stata felice di questa cosa, visto che sento i suoni amplificati rispetto al “normale…
La prima mezz’ora mi sentivo a disagio, mi dava fastidio ma era gestibile, ogni tanto giocavo con la collana a passarmela tra le dita e… Andava.. Poi mi sono distatta un po’ chiacchierando con le colleghe, ogni tanto mi toccavo le orecchie e ovattavo un po’ il suono senza dare nell’occhio e così la prima ora è passata erano le 21:30.
Un’altra oretta è andata più o meno uguale, solo che ogni tanto iniziavo a fissare il vuoto e ad assentarmi, iniziavo a sentirmi stanca, avevo usato tante energie perchè tutti i rumori e movimenti dei tavoli vicini oltre i nostri continuavano a risucchiare la mia attenzione ed energia, di tanto in tanto la mia collega mi faceva qualche massaggino alla schiena e sorrideva come per confortarmi, ormai lei mi capisce davvero benissimo e vedeva che stavo faticando. 22:30 inizio a sentire il bisogno di piangere, trattengo le lacrime, faccio finta di nulla, non lo faccio vedere, cerco di distrarmi, pizzicarmi sul braccio come facevo da più piccolina per fare passare veloce quel momento e non dare nell’occhio. 23:00 inizio a riuscire a controllarmi sempre meno, i suoni diventano sempre più forti, tutto mi rimbomba nelle orecchie, sento perfino la vibrazione delle casse che si uniscono al resto dei suoni, mi scende qualche lacrima, la asciugo veloce, non lo faccio notare, non voglio fare brutta figura e non voglio far preoccupare gli altri.
23:30 sento che non ce la faccio più, ho il groppo alla gola, mi viene da piangere, voglio piangere, scappare da lì. Prendo il cellulare e scrivo nelle note del cellulare un messaggio breve che però possa far capire come mi sento alla mia collega, lei al volo capisce e mi dice “prendi la giacca che usciamo”. Prendo velocissima la giacca, sento un bisogno estremo di allontanarmi da lì, tempo di uscire, raggiungere chi era già fuori perchè era andata a fumare e… scoppio in un oceano di lacrime, piango a dirotto, singhiozzo, la mia collega mi abbraccia e stringe forte a sè, gliene sono grata perchè in quel momento avevo esattamente bisogno di quello, di sentirmi avvolta e di potermi sfogare, subito tutte le colleghe mi chiedono come possono aiutarmi, cosa possono fare per farmi stare meglio, si offrono in tantissime di riportarmi a casa, aspettano che mi calmo, poi cercano di distrarmi un po’, mi aiutano a calmarmi, mi confortano e mi stanno vicine, nessuna di loro mi fa sentire sbagliata, diversa o altro, anzi! E gliene sarò sempre grata. Il giorno dopo mi hanno scritto per sapere come stavo, quella sera sono state davvero favolose, sia nel capire subito il perchè stessi piangendo, non ho dovuto dire nulla, avevano capito tutte tutto subito e nel farmi sentire comunque nella safe zone.
Mi sono riuscita a scaricare verso ora di pranzo del giorno dopo, ho pianto davvero tanto, avevo raggiunto il mio limite massimo e l’ho superato ma… nonostante sia stata per me un’esperienza moltoo faticosa, molto intensa, era da tanto che non avevo una crisi così grande ma, sono felice di averci voluto provare ed essermi lanciata questa sfida perchè come avevo pensato con loro mi sono sentita al sicuro, e nonostante tutto mi è piaciuto!
Ci ho messo un po’ a scrivere questo post, ho dovuto prima elaborare le emozioni ma… Come sempre ho poi deciso di raccontarvi tutto.