Una riflessione sugli esami di fine anno…

Una riflessione sugli esami di fine anno…

Oggi vorrei fermarmi un attimo e fare una riflessione insieme.

Come ben saprete, durante gli anni scolastici viene ripetuto a tutti gli alunni DSA, che possiamo utilizzare gli strumenti compensativi anche durante le verifiche, le interrogazioni, che è un nostro diritto, così come per le misure dispensative.

Ci viene anche detto che, se un argomento è troppo lungo e complesso possiamo chiedere di strutturare l’interrogazione o verifica in più parti, alleviando così il carico di studio e adattandolo alle esigenze, l’importante è che alla fine arriviamo allo stesso livello della classe, anche se con tempi diversi.

Inoltre, ci viene ripetuto come se fosse un mantra, il fatto che possiamo chiedere di non fare più di una verifica o interrogazione al giorno, in modo da poterci concentrare su un’unica materia e non confonderci, per non sovraccaricarci.

E’ tutto vero, è previsto dalla L.170 e poi dal PDP di ognuno… E così dovrebbe sempre essere, so che non è scontato ma, ci arriveremo! Diciamo intanto che però dovrebbe sempre essere così e sarebbe normale non dover lottare per far valere questi diritti. Ma, non è di quello di cui oggi voglio parlare. Vediamo cosa succede allora, nel momento degli esami…

Agli esami (di terza media, di maturità, ma anche quelli di fine corso, come quello che dovrò fare io tra qualche giorno e tanti altri), ti viene chiesto di studiare più materie in una volta, con il programma di TUTTO l’anno, per lo stesso giorno, un unico giorno. Ti viene chiesto di esporlo oralmente, seppur magari una delle tue difficoltà è anche l’esposizione orale, perché per me ad esempio è difficile ricordare cosa ho studiato, collegare in maniera meccanica e immediata il tutto e poi tradurre quelle immagini e colori che ho in mente in parole e nel linguaggio verbale. Stare attenta a collegare tutto, fare un discorso logico e fluido.

E allora chiedo, dov’è finito il “se è troppo lo possiamo dividere”, dov’è finito il “puoi non fare più di una materia alla volta”?

E magari, come succede a me, viene detto anche che devi stare senza mappe o schemi perché “non ne hai bisogno, nella vita mica li puoi usare” oppure “se le usi tu come puoi pensare di aiutare poi qualcun altro?” (lo so sono frasi ridicole ma vi assicuro che mi sono state dette, e se mi seguite da un po’ sapete a cosa mi sto riferendo…). Così come se chiedi di poter fare al momento una mappa, prima di rispondere, davanti agli occhi della commissione, vieni guardato come un alieno, o qualcuno che ha fatto una domanda indecente…

E allora penso, se il messaggio che ci viene dato, in chiave ironica, non sia questo: “smetti magicamente di essere dislessico e fai l’esame!”. Se per tutto l’anno, al di fuori della scuola la mia dislessia mi fa pensare, vedere le cose in modo diverso, è sempre al mio fianco, ragiono per immagini e colori, ho una memoria a breve termine, faccio fatica a ricordare e non confondermi e questo si sa, perché allora agli esami tutto quello che si sa del mondo della dislessia viene cancellato e si torna indietro?

Soluzione? Beh… io direi che potrebbe essere un’idea anche solo dare argomenti specifici da studiare, uno per materia da dover preparare e esporre, ma non chiedere di ripetere e studiare tutto l’anno di più materie perché qui sì che la nostra motivazione e autostima finisce sotto i piedi…

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