È difficile ignorare il dolore delle cicatrici…
In diversi stage mi è capitato di assistere a situazioni che hanno risvegliato in me vecchi ricordi, vecchie emozioni, vecchi dolori.
Ad esempio?
Assistere a scene dove insegnanti riprendono gli alunni perché disattenti, perché disegnano o giocano con qualcosa sul banco mentre viene spiegata la lezione, perché non riescono a stare fermi immobili tutto il tempo ma continuano a muoversi sulla sedia, a muovere le dita delle mani, perché scrivono male o in modo sbagliato, perché usano le dita per fare i calcoli, così come momenti dove tra compagni si fanno scherzi di cattivo gusto, dispetti, ecc..
Ammetto che non è facile, non è facile perché in questi momenti vorrei intervenire, evitare che quei bimbi possano provare tutto il dolore e farsi procurare tutte quelle ferite che anch’io avevo, di cui ora porto le cicatrici, in certi momenti posso intervenire e questo mi fa stare meglio ma in altri no e li, mi sento impotente.
Davanti a momenti dove vengono sgridati perché leggono male, vorrei poter andargli accanto e chiedergli se hanno fatto il compito, se si sono esercitati e se sì, fargli capire che só quanta fatica fanno e so che loro ci stanno mettendo tutto l’impegno anche se il risultato poi non è granché e non lasciarli prendere tutte quelle sgridate, perché l’insegnante non crede al “ma io lo ho letto tante volte a casa”, ma allo stesso tempo dico, ma, così li proverei di tutte quelle cose che servono per maturare, per costruirsi una corazza, una buona e forte armatura… Qual’è la cosa giusta? Non riesco a darmi risposta.
Tutte le volte resto li, pietrificata, come se ogni urlo dell’insegnante fosse una forte pugnalata e una nuova incisione sulle cicatrici, ma non lo do a vedere, non lo dico, non voglio influenzare.
Amo questo lavoro e spero di diventare sempre più brava, sempre più esperta anche se so che per molto tempo sarà difficile sopportare questi momenti e rimanere imparziale, distaccata con ricordi ed emozioni e rimanere ferma, senza intervenire.
Ringrazio @dr_benny_fera perché nel suo libro, il potenziale dsa, parla della sua esperienza, diversa dalla mia, ma con un fondo di similitudine, che mi ha fatto ragionare e osservare più a fondo questa cosa.