Comprensione del testo negli invalsi.
Ciao!
Oggi voglio provare a spiegarti i miei pensieri e le mie difficoltà nel momento in cui mi viene chiesto di leggere e comprendere un testo come quello degli invalsi o dei test per la diagnosi di DSA, rispondendo successivamente alle domande.
Inizio così subito la “traduzione” della prima parola e delle lettere che la compongono. Inizio a tradurle in una scrittura che per me è più famigliare e associandola al suono corrispondente, questo processo avviene molto velocemente.
Se, le lettere o la parola non è molto utilizzata per decifrarla/decodificarla meglio, la sussurro o la mimo con le labbra.
Proseguo, traducendo tutto il testo. Così facendo mi concentro più sulle traduzioni che sul significato (capisco le parole ma, nel momento in cui sono riuscita a tradurre e leggere la parola successiva, mi dimentico quella prima, non capendo quindi cosa sto leggendo).
A fine testo sono infatti riuscita a tradurre tutto il testo, ma, a parte qualche parola chiave (di solito oggetti o azioni importanti) non riesco a ricordare altro.
Generalmente riesco a ricordare l’immagine che avevo pensato mentre stavo leggendo quella determinata parola, ma non la parola stessa.
Mi sforzo a pensare cosa ho appena letto, ma è come se davanti a me ci fosse un foglio con dei segni confusi su un foglio bianco senza però un vero senso, ho una vera e propria sensazione di vuoto.
Nel mentre, l’ansia decide di salire ancora, ricomincio a leggere il testo, ripetendomi che, questa volta, mi devo concentrare di più su cosa sto leggendo, penso ” devo riuscirci, ho troppo poco tempo ancora!”, ottenendo così l’effetto contrario, ancora più paura di non riuscire.
Questa volta la lettura è un po’ più scorrevole, riconosco più velocemente le parole, il testo inizia a prendere forma, ma non mi basta ancora per capirne il contenuto.
Lo rileggo la terza volta, dove finalmente riesco a leggere veloce e capirne il contenuto.
A fine lettura decido che è arrivato il momento di leggere le domande e iniziare a rispondere.
So, di non aver capito ed elaborato completamente il contenuto, ma devo proseguire, manca poco allo scadere del tempo.
Analizzeremo più avanti il perchè, ma vi introduco che, molta differenza hanno per me le domande a risposta aperta da quelle a riposta chiusa (scelta multipla, crocette, vero/falso,ecc..).
Alla fine del compito mi sento stanchissima, come se avessi percorso tantissimi km di corsa per ore senza pausa, senza bere, sotto un sole caldo d’estate.
Le palpebre sono pesanti, molte volte non riesco a pensare, a ragionare, sento come un vuoto nella mia testa, non ci sono pensieri.
Sopratutto quando ero più piccola, ma anche adesso, in questa tipologia di esercizi mi viene mal di testa, penso sia dovuto alla grande fatica e stato di tensione.
Quando ero a scuola, una volta consegnato il compito mi appoggiavo sempre con le braccia e la testa al banco, lasciavo gli occhi aperti, ero sveglia ma, era come se stessi ricaricando le batterie, piano piano sentivo ritornare la carica, l’energia.
Mi bastavano 10 minuti e poi ero carica pronta a ripartire, ma ne avevo estremamente bisogno.
A casa invece, quando capita, mi basta guardare il cellulare e staccare un’attimo, magari facendo una partita o rispondendo a qualche messaggio, facendo merenda o un giretto per casa.